venerdì 4 ottobre 2013

Dimenticare...Johnny Depp?

Vanessa Paradis non riesce a superare la rottura con Depp





Il divorzio ha tolto il sorriso alla bella cantante francese, c'è chi parla addirittura di depressione e chi di un momentaneo sbandamento. 
Vanessa Paradis sembrava aver ritrovato la serenità dopo un periodo burrascoso, segnato dal divorzio da Johnny Depp. Nelle interviste rilasciate solo qualche mese fa era apparsa calma e sicura di sé, sembrava dominare la situazione e non avere rimpianti.
Di più, la Paradis affermava di aver un bellissimo ricordo del suo matrimonio e dell'amore vissuto con Depp. Erano solo chiacchiere? Forse. Ultimamente l'ex signora Depp è stata avvistata con look sciatti e trasandati (lei, testimonial Chanel), viso scuro e scavato, e si che Vanessa non era certo tondetta nemmeno durante il matrimonio.
Dopo Catherine Zeta - Jones, ecco un'altra star, ma potremmo dire semplicemente un'altra donna, vittima della depressione post divorzio. Se così fosse Vanessa Paradis non sarebbe né la prima né l'ultima a soffrire di questo male. Sicuramente non deve averla aiutata molto sapere che il suo ex si divertiva con Amber Heard poco dopo la loro rottura. La fine di un matrimonio è un momento delicato, in cui facilmente si rischia di scivolare in stati depressivi. Combattere e prevenire questa particolare forma di depressione si può e una delle chiavi è proprio acccettare ciò che è successo.

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Mmmmm... Niente di nuovo. Sarà, ma il "di comune accordo", per me, non esiste. C'è sempre uno dei due che non sarebbe d'accordo per niente, però segue a ruota - per amor proprio - l'ex-partner che mima un comportamento anglosassone. Oppure, dopo aver accettato di oltrepassare quasi con sollievo il punto di non ritorno, si ritrova davanti allo specchio con l'espressione di Dustin Hoffman ne "Il Laureato" - situazione diametralmente opposta eppure identica. "E adesso che faccio?" .
Qualsiasi larva di sentimento si provi ancòra, si tratta di un lutto. Si seppellisce una parte più o meno consistente della propria vita, e che sulla salma del caro estinto ci sia un putto aggraziato e cinto di fiori o che la suddetta salma venga gettata in una fossa comune, l'elaborazione del lutto è necessaria. Non credo ai luoghi comuni "Ognuno reagisce a modo suo", "Non siamo tutti uguali", ecc. Dio benedica chi perpetua la catena di sant'Antonio delle frasi fatte. C'è chi ha travasato parte di se stesso/a in una storia e, amore o non amore, avverte il dolore dell'arto mancante, e chi, avaro di se stesso/a, non perde pezzi e si ricicla in un nanosecondo. Nuovo di zecca.

Mab

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