Ciò che il Codacons contestò fu il fatto che ai telespettatori furono omesse alcune informazioni riguardo al televoto, come la possibile alterazione di voti dovuti ai call center.
Secondo l’Antitrust, infatti, RTI era al corrente di questa ipotesi e non ha fatto nulla per informare i telespettatori dell’assenza di meccanismi in grado di prevenire tale abuso. Sempre secondo l’Antitrust, RTI non ha informato i telespettatori né del tetto massimo di voti disponibili, né dell’esistenza di strumenti in grado di controllare che tale tetto venisse rispettato.
L’Antitrust, inoltre, pone un esempio ben preciso e riguardante la puntata del 7 marzo durante la quale avvenne una doppia sessione di televoto:
Avuto poi specifico riguardo alla contestazione sulla puntata del 7 marzo 2011 si rileva che l’informazione sulla duplicazione della sessione di voto doveva essere fornita ai telespettatori in modo adeguato. Infatti la scelta di una doppia sessione di voto ha permesso di incidere significativamente sul risultato parziale del televoto, vanificando il voto già manifestato dagli utenti fino alla prima sessione in quanto ha permesso ai telespettatori e, in particolar modo, ai più appassionati, di superare il limite di 100 voti previsto per singola sessione.Soddisfatto, ovviamente, il presidente Codacons, Carlo Renzi:
E’ la prova che avevamo ragione. Le reti televisive devono informare chiaramente i telespettatori circa il rischio di alterazione dei voti da parte dei call center. A nostro avviso, è impossibile escludere con certezza gli operatori specializzati dal televoto: proprio per questo tale sistema di voto andrebbe eliminato del tutto dai programmi televisivi.
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