giovedì 6 ottobre 2011

Margherita, Katia...e l'Acquario

In attesa di decidere se e quanto affondare il bisturi nella privacy di Andreino Jolie, mi punse vaghezza ( ciao Velvet Paw!) di riflettere un secondo sull'effetto reclusione prodotto dal GF. Sugli "effetti", plurale, sarebbe più corretto. Perché ognuno reagisce a modo suo. Come la maggior parte di voi - immagino - la sola idea di vivere sotto cento occhi invisibili e vicini, e sotto milioni di occhi  "sintonizzati" mi procura un immediato, delizioso attacco d'ansia. Non ne sto facendo un discorso ideologico-etico sui massimi sistemi. Ne parlo "de panza".
Il privato più privato indagato e giudicato (?) da perfetti sconosciuti. L'intimità inesistente...Credo a tutti gli ex gieffini che, nello scetticismo generale, dicono che, dopo un po', l'effetto topolino bianco (leggi: cavia da laboratorio) si attenua fino a sparire quasi del tutto. Non resisterebbero neanche quindici giorni, se non fosse così, neanche gli esibizionisti patologici. Restano gli inevitabili disagi. I frequenti "Le batterie , in magazzino!" non ti permettono di dimenticare dove ti trovi, così pure i ritiri in confessionale.  Eppure, c'è chi in quell'acquario surreale si ricava una sorta di "cuccia" che non vorrebbe abbandonare. E' successo a Margherita. Mentre i suoi "colleghi" stappavano bottiglie di balsamo per capelli all'idea della vicina liberazione, lei preparava la valigia e piangeva, e affermava che sarebbe rimasta volentieri altri sei mesi. Ironico pensare adesso a ciò che le diceva Ko-Ko-san per consolarla:"Pensa a tutte le cose belle che ci aspettano fuori!". Ma questo era il Cocco prima della divina illuminazione.
Mi sono ricordata che l'indimenticata Katia ebbe una reazione identica. Singhiozzava, era inconsolabile. Allora, ho cercato di capire. Perché capendo le reazioni da "reclusa", si possono comprendere meglio certi meccanismi psicologici fuori. Meccanismi che rivelano un'indole. O dei bisogni. O certe insicurezze.
Immaginiamo di rovesciare la negatività della reclusione e di vedere in positivo tutto ciò che ci mette a disagio o ci spaventa addirittura. A Serena che , per confortarla, la rassicurava che anche fuori sarebbero state insieme ( busciarda!), Katia, singhiozzando, replicava:"Sì, ma non così!".
Con il trucchetto dell'inversione, cerchiamo di immedesimarci  da un differente punto di vista. Uno degli stereotipi delle fiabe è quello de "le mani invisibili". Pensate a "La Bella e la Bestia". Mani invisibili che pensano a tutte le tue necessità, in una "bolla" di vita in cui non esistono le piccole preoccupazioni giornaliere. Gli occhi invisibili non sono soltanto spie. Ma ti proteggono. Sorvegliano la tua sicurezza, tutelano la tua incolumità: non puoi uscire, ma nessun intruso può minacciarti. Psicologi sono pronti ad aiutarti ad affrontare ogni piccolo "intoppo" quotidiano, a farti da "telefono amico": sei libero di confidarti perché, facendolo con estranei, non sarai giudicata e perché c'è il segreto professionale. Non puoi essere toccata dalle malattie. Perché fra gli occhi invisibili, ci sono anche quelli di medici che accorrono  se ti scotti un dito scolando la pasta. E viene esorcizzata perfino la paura più grande, per chi ne soffre: le persone care (in quel contesto) sono e devono essere costantemente a portata di mano, di voce. Non si allontanano mai. Non possono deluderti con la loro assenza, non possono distrarsi da te. Tutta la paura di perderli è concentrata nei pochi minuti di una puntata settimanale in cui, improvvisamente, l'esterno si ripresenta per interferire con prepotenza. Non credo si possa prescindere da questo, pensando a ciò che succede oggi.



Mab


p.s.

Ho trovato sul web l'immagine che ho elaborato, ritoccato e "titolato". Se qualcuno mi documentasse qualsiasi forma di copyright sull'immagine originale, sarò lieta di riportarne immediatamente l'identità sotto il post. Grazie.

4 commenti:

Emma ha detto...

Una bolla di vita, dove ogni emozione viene estremizzata.
Dove amore e amicizia, così spesso difficili e complicati nella vita, in quella bolla, sembrano tanto semplici.
Dove l’insicurezza, trova il suo riparo.
Piangere per una prossima uscita o perché tutto è giunto alla fine, credo sia un segnale che non è stato solo un gioco.
Chi ti sostiene e di da sicurezza , dovrebbe anche, far in modo che tu, non dimentichi, che fuori è un altro mondo, dovrebbe prepararti a quanto ritroverai e troverai di nuovo….Spero venga fatto….anche se poi, tutto è soggettivo.
Ho sempre pensato che al GF, non siano quasi mai entrate persone “semplici e normali”, quasi tutte avevano già piccole esperienze in tv, oppure nel mondo della moda, insomma, persone abituate già a determinati ambienti. Non certo la mia vicina di casa:-)
Io in tutte le edizioni che ho visto, non ho mai pensato, mi piacerebbe parteciparvi, ho sempre pensato, non potrei mai partecipare. Perché mi conosco, perché non amo apparire, perché amo la mia vita, con i suoi momenti positivi e negativi e non vorrei mai chiuderla dietro una porta rossa per mesi, per far entrare chiunque nel mio privato.
Chissà forse è vero che dopo un po' ti dimentichi delle telecamere, però io non ci credo molto.

lorè ha detto...

Margherita lo disse...si sentiva protetta. Devo dire che Andrea sembrava proteggerla da tutto e tutti in casa, mi aspettavo continuasse...

Mab ha detto...

Saaaaaaaaaaaaaaaaa

lorè ha detto...

........ndala permettendo! :p