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venerdì 13 ottobre 2017

Una Simona, Nessuna Simona, Centomila Simone - MAB

Lo ammetto: non ce l'ho fatta ad assistere alla defenestrazione di Simona Izzo. Un po' per lei, un po' per non dovermi sorbire l'espressione "satolla" di alcuni personaggi (ni).
La Malgy compunta, con la linguetta bifida arrotolata in bocca, la Veronica attonita (Ma chi l'avrà votata? Perché esce mamma?), Jeremias ghignante, con quella sana espressione da bravo-ragazzo-che-si-è-fatto-da-solo, la sorellona del fratello della Sorella con il solito sguardo da iguana folgorata in autostrada, il Bossari con la migliore espressione francescana del suo repertorio... E poi lui, er piacione, il biascicatore folle, il succhiatore di denti, che non ha capito che è ancòra là perché hanno sempre votato contro il suo avversario, mai a suo favore. Ma, del resto, è convinto anche di essere un attore, porello. Il risveglio sarà traumatico.






Ma il post è per Simona Izzo. Scuotiamo la gonnellona e liberiamoci dai parassiti.
Non dirò che l'amavo, che l'amai, che l'amo, perché non sarebbe la verità.
Ho conosciuto qualcosa di lei seguendola in un reality. E il "qualcosa" è, in parte, ciò che ci ha permesso di scorgere, in parte, ciò che desiderava che arrivasse, in parte, ciò che è sfuggito al suo controllo.
Logorroica? Sì. Da far gemere i timpani che vanno a lamentarsi con le balls? Sì.
MA: adora le parole, il suono delle parole, gli intrecci, i gorghi e gli ingorghi di parole. E va oltre, ne ama il mistero, i segreti che racchiudono, la loro spudoratezza, e la poesia che ti sorprende in un attimo, il più inatteso. E, anche se è incontrollata e incontrollabile, c'è del coraggio nell'immergersi in una cascata di parole, citazioni (spesso sbagliate), ricordi, aneddoti, etimologie (spesso sfondoni), c'è il coraggio di esporsi, di esibirsi camminando su una fune con il rischio di cadere ad ogni passo. C'è l'attrice, ovvio, ma l'attore corre sulla corda rischiando con le parole, i ricordi, le idee di un altro. Il "copione" di Simona era ed è Simona. (Fra le tante sceneggiature improbabili che ha elencato perché non piazzare un'autobiografia?). Si innamora del racconto della sua vita. La vita vera non la conosceremo mai. Solo le nozioni, e il suo sguardo che cambia la realtà ad ogni ricordo.
Il marito, chiamato san Ricky dei Logorroici Scalzi, è fortunato. Vive mille donne attraverso lei, non mille personaggi come capita con un'attrice. Ogni giorno, Simona ricorda una nuova vecchia vita, e se ne inventa una nuova per il futuro, e un'altra per il suo lavoro. Come potrebbe annoiarsi il sant'uomo?
Ha giocato? Sì. Non si entra in un reality-game per non giocare. Il punto vero in un reality è fino a che punto un giocatore è disposto ad arrivare. E Simona Izzo certi confini non li ha mai superati. Quando un Jeremias le si para davanti urlando e sbavando: "... Ipocrita... falsa... Io ti salto addosso!... Io ti salto addosso!", lei si pietrifica e lo rimbalza. Se fosse stata una giocatrice cinica e bara, le sarebbe bastata una parolina-ina-ina per farlo sbroccare definitivamente, per farlo buttar fuori a furor di popolo. Idem, se avesse fatto una tragedia del "Vecchia di m...", se si fosse abbandonata ad un malore plateale, se avesse singhiozzato in favore di telecamera alla Jeremias per ore. Se avesse fatto i bagagli alla Malgy. Forse, ciò che non ha capito bene, che non ha capito ancòra - azzardo - è che, avrà anche pensato di essere entrata fra dieci ragazzi in cerca di una mamma surrogata, ma, in realtà, una delle tante Simone irrisolte che sono in lei cercava un figlio che l'amasse come Simona vuole, con viscere e cuore.

p.s.
Non so se Simona ha già incominciato il tour fra i varii programmini, se lo farà mai.
Spero e prego che non ripercorra il sentiero di molti, troppi gieffini, buttando tutto a tarallucci e vino, perché la mia stima, la stima di molti decrescerebbe in modo esponenziale. Che la dicesse tutta. Come sa fare lei.

Mab's Copyright





lunedì 4 maggio 2015

Imagine

Imagine there’s no heaven
It’s easy if you try
No hell below us
Above us only sky
Imagine all the people
Living for today.

Imagine there’s no countries
It isn’t hard to do
Nothing to kill or die for
And no religion too
Imagine all the people
Living life in peace.

You may say
I’m a dreamer
But I’m not the only one
I hope someday you’ll join us
And the world will be as one.

Imagine no possessions
I wonder if you can
No need for greed or hunger
A brotherhood of man
Imagine all the people
Sharing all the world.

You may say
I’m a dreamer
But I’m not the only one
I hope someday you’ll join us
And the world will live as one.


venerdì 4 ottobre 2013

Dimenticare...Johnny Depp?

Vanessa Paradis non riesce a superare la rottura con Depp





Il divorzio ha tolto il sorriso alla bella cantante francese, c'è chi parla addirittura di depressione e chi di un momentaneo sbandamento. 
Vanessa Paradis sembrava aver ritrovato la serenità dopo un periodo burrascoso, segnato dal divorzio da Johnny Depp. Nelle interviste rilasciate solo qualche mese fa era apparsa calma e sicura di sé, sembrava dominare la situazione e non avere rimpianti.
Di più, la Paradis affermava di aver un bellissimo ricordo del suo matrimonio e dell'amore vissuto con Depp. Erano solo chiacchiere? Forse. Ultimamente l'ex signora Depp è stata avvistata con look sciatti e trasandati (lei, testimonial Chanel), viso scuro e scavato, e si che Vanessa non era certo tondetta nemmeno durante il matrimonio.
Dopo Catherine Zeta - Jones, ecco un'altra star, ma potremmo dire semplicemente un'altra donna, vittima della depressione post divorzio. Se così fosse Vanessa Paradis non sarebbe né la prima né l'ultima a soffrire di questo male. Sicuramente non deve averla aiutata molto sapere che il suo ex si divertiva con Amber Heard poco dopo la loro rottura. La fine di un matrimonio è un momento delicato, in cui facilmente si rischia di scivolare in stati depressivi. Combattere e prevenire questa particolare forma di depressione si può e una delle chiavi è proprio acccettare ciò che è successo.

http://www.miseparo.it








Mmmmm... Niente di nuovo. Sarà, ma il "di comune accordo", per me, non esiste. C'è sempre uno dei due che non sarebbe d'accordo per niente, però segue a ruota - per amor proprio - l'ex-partner che mima un comportamento anglosassone. Oppure, dopo aver accettato di oltrepassare quasi con sollievo il punto di non ritorno, si ritrova davanti allo specchio con l'espressione di Dustin Hoffman ne "Il Laureato" - situazione diametralmente opposta eppure identica. "E adesso che faccio?" .
Qualsiasi larva di sentimento si provi ancòra, si tratta di un lutto. Si seppellisce una parte più o meno consistente della propria vita, e che sulla salma del caro estinto ci sia un putto aggraziato e cinto di fiori o che la suddetta salma venga gettata in una fossa comune, l'elaborazione del lutto è necessaria. Non credo ai luoghi comuni "Ognuno reagisce a modo suo", "Non siamo tutti uguali", ecc. Dio benedica chi perpetua la catena di sant'Antonio delle frasi fatte. C'è chi ha travasato parte di se stesso/a in una storia e, amore o non amore, avverte il dolore dell'arto mancante, e chi, avaro di se stesso/a, non perde pezzi e si ricicla in un nanosecondo. Nuovo di zecca.

Mab

giovedì 3 ottobre 2013

Giuliano Gemma - "Perché Chiedi Sempre Perché?" (Arrivano i Titani)



[...] Che Gemma non passi inosservato sulla scena del cinema italiano lo conferma anche la scelta di Luchino Visconti che, nello stesso 1962, lo vuole a fianco di Alain Delon e dell'imberbe Mario Girotti (poi Terence Hill) per dar vita al gruppo garibaldino del Gattopardo. A Gemma tocca il ruolo del generale rivoluzionario, il 'diavolo rosso' che Delon/Tancredi esibisce a Palazzo Salina come compagno di galanterie e colpi di mano, rinnegati appena indosserà l'uniforme sabauda. Decorato con gli alamari garibaldini o svestito con i muscoli lucidi in bella vista, Gemma fa sempre bella figura, ma si impiglierebbe in ruoli stereotipati se non avesse la fortuna che già era arrisa al suo mito, Burt Lancaster, incontrato sul set di Visconti. Entrambi costruiscono la prima parte della carriera sulla fisicità (l'italiano si conferma campione del box office europeo di allora, due avventure di Angelica); entrambi diventano divi grazie al western. Gemma troverà il suo John Ford ancora in Tessari che, nel 1965, gli affida il ruolo da protagonista nello spaghetti western Una pistola per Ringo. Un successo: l'unico personaggio che rivaleggi in popolarità con il pistolero senza nome inventato da Sergio Leone per Clint Eastwood. Come Montgomery Wood, Giuliano Gemma cavalca una decina di volte nel western all'italiana e ogni film è un successo, tanto da diventare popolarissimo anche all'estero, dall'America al Giappone. L'avventura, il coraggio, l'esibizione della possanza fisica, lo accompagnano da sempre: il servizio militare lo ha fatto nei Vigili del fuoco di Roma, guadagnandosi onori e fama. Alla fine degli anni '60 il suo nome è una garanzia al botteghino, ma proprio allora Gemma scopre un secondo aspetto della sua personalità artistica proiettandosi ai confini del cinema d'autore (da Corbari di Valentino Orsini, 1971 a Delitto d'amore di Luigi Comencini, 1973 a Circuito chiuso di Giuliano Montaldo, 1978). Prova la commedia (Anche gli angeli mangiano fagioli, 1972), cerca la guida dei grandi maestri (Il deserto dei tartari di Valerio Zurlini, 1976), sceglie modelli epici (Il prefetto di ferro di Pasquale Squitieri, 1977) e autoironici (Speriamo che sia femmina di Mario Monicelli, 1986). E quando c'e' bisogno di lucidare il blasone, rimonta a cavallo e offre il suo volto al leggendario Tex Willer di Monelli in Tex e il signore degli abissi, ancora una volta con il fido Duccio Tessari nel 1985. Un film che diventa oggetto di culto (lo è ancora) e rilancia una popolarita' che l'attore sfrutta per farsi largo nella fiction televisiva, intuendone tra i primi le potenzialità popolari.[....]

L'articolo integrale è QUI.

Il Deserto dei Tartari,
 (V.Zurlini, 1976)



Il comandante Mattis (Giuliano Gemma):

"La fortezza Bastiano è un avamposto morto, una frontiera che si affaccia sul niente. Al di la della fortezza c'è un deserto, e dopo il nulla, il deserto dei Tartari. L'hanno certamente attraversato, secoli fa, e poi sono scomparsi."

giovedì 22 agosto 2013

Per Teresanna Pugliese, il 22 Agosto 2013, "The Day After"




De Profundis


...per l'Amore di una ragazza che ha creduto di incontrare un Uomo come pochi, non un aspirante svippino come troppi;
...per l'Amore di una ragazza che “lui è una bellissima persona”;
...per l'Amore di una ragazza che “il nostro sentimento non è mai stato in discussione”;
...per l'Amore di una ragazza che “non riusciamo a stare lontani”;
...per l'Amore di una ragazza che “lui è fatto così, è carattere”;
...per l'Amore di una ragazza che “lui ha sempre fatto parte di me”;
...per l'Amore di una ragazza che “io dico Me Ne Vado, ma già me ne muoio dentro perché spero che lui faccia qualcosa”;
...per l'Amore di una ragazza che “lui non si getterebbe Mai così presto tra le braccia di un'altra”;
...per l'Amore di una ragazza che, orgogliosa fino all'arroganza, s'è ingoiata orgoglio a quintalate;
...per l'Amore di una ragazza che, diffidente fino all'autolesionismo, Gli ha messo in mano una pistola spaccacuore;
...per l'Amore di una ragazza che, in cerca della favola, ha stretto i denti e ha voluto innamorarsi anche della realtà;
...per l'Amore di una ragazza, terrorizzata dall'Abbandono, che ha accettato di essere abbandonata mille volte il giorno;
...per l'Amore di una ragazza che si è lasciata trattare come carne macinata "in casa del principe azzurro";
...per l'Amore di una ragazza pronta a farsi intortare nuovamente, quando il "principe" ha capito che la sua mossa era politicamente scorretta;
...per l'Amore di una ragazza che se ha voglia di ridere ride e se ha voglia di piangere piange, perché questo significa essere una principessa;
...per l'Amore di una ragazza che perdona l'imperdonabile...e crede nell'incredibile;
...per l'Amore di una ragazza che ha creduto a "lui non mi ha mai mancato di rispetto!"
...per l'Amore di una ragazza che pensa sempre di meritare meno di ciò che ha e si becca subumani che nessuno meriterebbe;
...per l'Amore di una ragazza  che non sa essere "furba", anche quando vuole e pensa di esserlo;
...per l'Amore di una ragazza “antica” che trasforma le piccinerie altrui in qualità;
...per l'Amore di una ragazza così “pesante” … che dovrebbe essere solo fiera di esserlo!;
...per l'Amore di una ragazza che cercava un appoggio sicuro e ha trovato una parete di fango;
...per l'Amore di una ragazza che cercava chi si prendesse cura di lei e non ha esitato ad “accudire” un debole;
...per l'Amore di una ragazza che cercava i sempre e ha affrontato i forse, rischiando i mai;
...per l'Amore di una ragazza che non si è lasciata “mangiare dalle sue paure”;
...per l'Amore di una ragazza che merita un Uomo intero, non un mezzo uomo che la "completi";
...e per i neuroni di quelli che ancòra traducono "egoista, ipocrita e vigliacco" con "immaturo."
...e per chi, come me, ha sperato di sbagliarsi, una volta tanto!





Beh, non è mica finita qui!

 Mab

giovedì 28 marzo 2013

Katia, Ascanio, Matilda e Tancredi

La famiglia Pacelli è al completo e Katia e Ascanio non potrebbero essere più felici, dopo la nascita di Matilda è arrivato anche il piccolo Tancredi e i due ex gieffini lo presentano sulle pagine del settimanale Visto. Ascanio sente che la sua famiglia è completa:


Avevamo dichiarato che volevamo dare una sorellina a Matilda perché con lei siamo stati fortunati: è un piccolo angelo. Ora per quanto mi riguarda sento che la mia famiglia è completa
Katia non è altrettanto categorica: 
Credo che nella vita non ci sia mai una cosa uguale all’altra. Quando ho scoperto di essere incinta, ero emozionata come la prima volta, anche se provavo sensazioni diverse perché un maschietto e una femminuccia sono piccoli mondi completamente diversi e non sapevo cosa aspettarmi. Ora non penso ad allargare la famiglia perché sto bene così, mi sento realizzata. Però tra cinque anni potrei essere di nuovo incinta. Matilda ci chiedeva una sorellina: è arrivato Tancredi. Forse sarà lui a chiederci un fratellino. 
A scegliere il nome di Tancredi è stato il papà: 
Sono stato io. Mi assumo tutte le responsabilità perché a Katia non piace più di tanto. La storia del nome è lunga. A me piaceva tantissimo il nome Santiago, ma quando Belen è rimasta incinta e ha dichiarato che suo figlio si sarebbe chiamato così, ho abbandonato l’idea. Allora ho ripiegato su Tancredi, che mi piace ugualmente. Katia era scettica. 
Katia conferma le parole del marito: 
Sono sincera: non è il mio nome preferito. Ma del resto da un Ascanio non poteva nascere un… Gino. Quando lo guardo, così piccolo, trovo strano chiamarlo con un nome altisonante: fino alla fine ho detto ad Ascanio che avrei preferito un’altra opzione e lasciavo a lui la scelta. Ho ceduto al compromesso per fargli un regalo. 
La Pedrotti racconta com’è la sua vita da quando è nato il piccolo: 
Non ricordavo che un neonato fosse così piccolo. Per il resto vivo tutto in modo molto naturale: non mi pongo domande, affronto la mia e la sua vita giorno dopo giorno. A livello pratico mi sto rendendo conto che è complicato incastrare i bisogni di Tancredi con le abitudini di Matilda, ma al di là di questo è tutto perfetto. Io sto bene. Anche stavolta ho partorito con il taglio cesareo e dopo i primi giorni ho iniziato a stare bene. Anzi: ho molta più energia del solito. 
Ascanio parla di Tancredi: 
Ero già preparato, anche se ho realizzato solo un attimo prima di entrare in sala parto che stavo per diventare di nuovo padre. Quando aspettavamo Matilda, già un mese prima del parto ero teso ed emozionato. Stavolta credevo di conoscere le dinamiche e invece… Tancredi è diverso. Come la sorellina, e la mamma, ama molto dormire ma, a differenza di Matilda, lui mangia moltissimo. E quando non dorme è iperattivo.



Da. www.mondoreality.com


giovedì 7 marzo 2013

Persona





"Ero solita pensare di essere la persona più strana del mondo ma poi ho pensato,
ci sono così tante persone nel mondo, ci dev’essere qualcuna proprio come me,
che si sente bizzarra e difettosa nello stesso modo in cui mi sento io.
Vorrei immaginarla, e immaginare che lei debba essere là fuori
e che anche lei stia pensando a me.
Beh, spero che, se tu sei lì fuori e dovessi leggere ciò, tu sappia che sì,
è vero, sono qui e sono strana proprio come te."

mercoledì 1 agosto 2012

domenica 3 giugno 2012

"China Girl", Video e Testo








I could escape this feeling 
with my China girl 
I feel a wreck 
without my little China girl 
I hear her heart beating 
loud as thunder 
Saw they stars crashing 

I'm a mess without my little China girl
Wake up mornings where's my little China girl 
I hear her heart's beating 
loud as thunder 
Saw they stars crashing down 

I feel a-tragic 
like I'm Marlon Brando 
When I look at my china girl 
I could pretend that nothing really meant too much 
When I look at my China girl 

I stumble into town just like a sacred cow 
Visions of swasticas in my head 
Plans for everyone 
It's in the white of my eyes 

My little China girl 
You shouldn't mess with me 
I'll ruin everything you are 
I'll give you television 
I'll give you eyes of blue
I'll give you man who wants to rule the world 

And when I get excited 
My little China girl says 
Oh baby just you shut your mouth 
She says … sh-sh-shhh 

http://angolotesti.leonardo.it

lunedì 14 maggio 2012

Amici 11: Francesca , Cigno Nero e Mosca Bianca



Che ci faceva una Splendida splendente ad Amici non lo scoprirò né capirò mai. Non in questa vita. Che Giuseppe, 'o Cu*oPazzo, fosse destinato a vincere, purtroppo, lo sapevano anche gli addetti alle pulizie di Cinecittà ( con il dovuto rispetto).
Le votanti sull'orlo del brufolo, in perenne tsunami ormonale, non sanno vedere la bellezza, proprio non sanno dove sta di casa, ma ululano per la "bonaggine". E un ragazzetto, l'avatar beota di un Johnny Depp riflesso in un cattivissimo specchio deformante, vince. Con il kjiull. Sì, non solo in senso metaforico. Lo agita ritmicamente, poi si scorda di "rinfoderarlo" e lo mantiene, con le ginocchia scostate e abbassate, costantemente in fuori, anche durante l'esecuzione di un pezzo di danza moderna. Agitandosi come se avesse un gatto arrabbiato con le unghiette conficcate nel suddetto, sfiatando come un mantice, sudando come un maiale, poiché non solo non possiede una preparazione tecnica non dico adeguata, ma minimamente credibile, ma difetta pure di preparazione atletica ! Ma lui "trasmette energia" e poi "ha una passione!...". Anch'io posso intonare "Casta Diva" con tutta la panza, l'energia, l'animaccia, l'entusiasmo di questo mondo: rimarrei sempre una cornacchia fastidiosa che strilla "Casta Diva"...con tanto impegno e tanta passione. Ma che ragionamenti sono? E cercare di contrabbandare il trionfo degli ormoni per la vittoria del Moderno sullo Stantìo? Scusate, ma perché, allora, non vietare addirittura l'esecuzione di brani di Mozart, se non in chiave rigorosamente rap? E Bolle chi è? Uno sfigato che lavora alla sbarra ogni santo giorno come un ragazzetto alle prime armi perché la sacra passione non lo ha condotto ad Amici? Antipatie personali a parte, sono Celentaniana inside. Ha ragione lei, al mille per cento, e sono i falsi rinnovatori alla Garrison che rimpolpano l'esercito degli illusi e dei falliti.

http://www.video.mediaset.it/video/amici/danza/299287/cigno-nero.html#tc-s1-c2-o1-p1

Godetevi un minuto e ventuno di Bellezza.


Anbeta e Josè (di annata)


giovedì 8 marzo 2012

Otto Marzo con Frida Kahlo

Lo so, non è il posto adatto.Non vi ammorbo. Ma devo festeggiare ( se proprio si deve!) con Lei!


Autoritratto con Collana
di Spine e Colibrì

Se vi interessa saperne di più sulla sua vita e dare un'occhiata ai suoi quadri, ecco qualche assaggio e qualche traccia per incontrarla.

Mab



venerdì 2 marzo 2012

La mia Preferita - Un Po' Melò...





Pomeriggi sotto il sole
In bocca tu tenevi un fiore come me
Tra un’ora viene buio
Vado a casa che dolore
Resta qui con me

Io ero il ladro
Tu la fata
E la vita
Una grande nevicata
Ma tu hai pianto
« Occhi per terra»
Ti han sgridato
Tu mi sposi
Te lo giuro
Hai giurato
Un altro lampo
C’era la guerra

Dio… quante volte ti ho cercata
Dio… quante volte ti ho perduta
Mi sono perso anch’io
Quanta vita che è passata

La notte ti sognavo
Mi svegliavo
Non eri tu

La vita è solo un sogno
E’ una partenza o un ritorno
Non lo so
Tanti anni in un secondo
Un lampo e tutto torna con lo sconto
Non lo so
Treni, aerei
In giro per il mondo
Quante volte si è perduto
Il mio cuore vagabondo

Sono stato due tre volte in cielo
Ho fatto tutto il cielo a piedi
Lo so che adesso non mi credi
Però…
Dio… quante volte ti ho cercata
Dio… quante volte ti ho perduta
Mi sono perso anch’io
Quanta vita che è passata

La notte ti sognavo
Mi svegliavo
Non eri tu… Non eri tu

Dio… quante volte ti ho cercata
Dio… quante volte ti ho perduta
Mi sono perso anch’io
Quanta vita che è passata
La notte ti sognavo
Mi svegliavo
Non eri tu… Non eri tu

Su: http://angolotesti.leonardo.it/

sabato 24 dicembre 2011

L'Albero degli Amici

Nelle nostre vite esistono persone che ci rendono felici per la semplice casualità di averle incrociate nel nostro cammino. Alcune percorrono il cammino al nostro fianco, vedendo molte lune passare, altre che vediamo appena tra un passo e l'altro. Tutte le chiamiamo amici e ce ne sono di diversi tipi. Forse, ogni foglia di un albero rappresenta uno dei nostri amici. Il primo che nasce da un germoglio è il nostro amico papà e nostra amica mamma che ci mostrano com'è la vita. Poi vengono gli amici fratelli, con i quali dividiamo il nostro spazio perché possano fiorire come noi.....Ma il destino ci presenta altri amici che non sapevamo di incontrare nel nostro cammino. Molti di loro li chiamiamo amici dell'anima, del cuore. Sono sinceri, sono veri. Sanno quando non stiamo bene, sanno ciò che ci rende felici.......Ma ci sono anche gli amici del momento , di una vacanza, di alcune ore...sono soliti collocare molti sorrisi sul nostro volto, per tutto il tempo in cui siamo vicini......
Ti auguro foglia del mio albero, pace, amore, salute, fortuna e prosperità, oggi e sempre....semplicemente perché ogni persona che passa nella nostra vita è unica. Sempre lascia un po' di sé e si porta via un po' di noi. ..


tratto da" L'albero degli amici" di J.L. Borges. Alcuni ritengono sia attribuibile ad un autore sconosciuto.
Lorè